L'Office américain des brevets confirme que l'IA ne peut pas détenir de brevets

L’Ufficio Brevetti degli Stati Uniti conferma che l’intelligenza artificiale non può possedere brevetti

In un contesto dove ilintelligenza artificiale (AI) si sta gradualmente infiltrando in vari settori dell’innovazione, l’Ufficio Brevetti e Marchi degli Stati Uniti (USPTO) ha appena chiarito la sua posizione su una questione delicata: i sistemi di intelligenza artificiale possono essere considerati inventori nell’attuale quadro giuridico? La risposta, come confermato daUSPTO, è un no categorico, sottolineando così l’importanza preponderante dell’uomo nel processo di innovazione.

L’USPTO ha pubblicato linee guida aggiornate dopo una serie di discussioni pubbliche volte a raccogliere diversi punti di vista su questo tema. La decisione resa afferma che sebbene le macchine dotate diAI non possono essere designati come inventori, coloro che utilizzano queste tecnologie devono comunque dichiararne l’utilizzo al momento del deposito del brevetto. Ciò implica che l’uso di un sistema diAI da un individuo non mette in discussione la sua capacità di essere riconosciuto come inventore, a condizione che egli dia un contributo significativo alla realizzazione dell’invenzione.

È autoesplicativo che semplicemente chiedere a un sistema di farloAI generare un’invenzione o supervisionarne il funzionamento non qualifica una persona come inventore. L’USPTO sottolinea che per poter beneficiare di un brevetto, l’individuo deve aver svolto un ruolo attivo e significativo nel processo creativo. Ciò potrebbe comportare la formulazione di un problema specifico per il quale ilAI offre soluzioni, ma la semplice supervisione di un’intelligenza artificiale o il riconoscimento della rilevanza del suo risultato non è sufficiente per stabilire il diritto d’autore.

La posizione assunta dall’USPTO non è stato fatto senza precedenti. Nel 2020 l’ufficio ha respinto la richiesta del ricercatore Stephen Thaler che voleva registrare il sistema diAI che ha sviluppato, noto come DABUS, come inventore su una domanda di brevetto. Questa decisione è stata affermata dai tribunali americani, sottolineando così la necessità di un intervento umano diretto nel processo di invenzione. Inoltre, ilUSPTO ha avviato, in collaborazione con il Copyright Office statunitense, una serie di consultazioni pubbliche per elaborare linee guida sulla gestione dei contributi da parte dell’AI nelle domande di brevetto e copyright.

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Questo chiarimento delUSPTO evidenzia le sfide e le opportunità poste dall’integrazione diintelligenza artificiale nel campo dell’innovazione e della proprietà intellettuale. Riafferma l’importanza del contributo umano nel riconoscimento giuridico delle invenzioni e delinea i contorni della futura convivenza tra uomo e macchina nel campo della creazione intellettuale.